mercoledì 25 gennaio 2012

Sherlock Holmes Gioco di Ombre - Recensione

Il primo Sherlock Holmes firmato Guy Ritchie mi era piaciuto, ma non del tutto. Come scrissi al tempo, rappresentava un centro perfetto nella rilettura dei personaggi, ma un bel pasticcio a livello di sceneggiatura. Questo secondo episodio compensa in parte i difetti del predecessore, presentando uno svolgimento molto più comprensibile, capace di prendersi delle gustose pause, e soprattutto un bad guy con i controcazzi. 
Guy però canna ancora una volta nell'omogeneità, nel ritmo (elevatissimo, ma troppo frammentato) e nella bidimensionalità di chiunque, sullo schermo, non faccia Holmes, Watson o Moriarty di cognome.
La messinscena riparte velocissima, quasi troppo: gli schiaffi arrivano a pochi istanti dai titoli di testa, ancora prima che si sia capito dove si vuole andare a parare. Poi si rallenta, si spiega qualcosa, ci si fanno due risate con un gustoso siparietto, e poi di nuovo dieci minuti di schiaffi. Questa ciclicità rappresenta un modo a tratti un po' goffo di fare cinema, imbellettato con combattimenti e sparatorie girati (e rallentati, come da tradizione Ritchie) benissimo, ma poco amalgamati al resto e non sempre funzionali alla storia in sè.
La sceneggiatura dicevamo, senza dubbio migliore, non senza qualche buco (e bello grosso, per la serie, perchè sparare in testa alla designata vittima di un'attentato dinamitardo di proporzioni gigantesche? Per essere sicuri?) e qualche personaggio debole, ma tutto sommato scorrevole e comprensibile. 
Soprattutto, nonostante la mancata omogeneità, si gode della capacità, più spiccata questa volta, di "prendersi delle pause" dal carrozzone degli eventi e aprire gustose parentesi.
Ed è proprio in questi momenti che il film funziona al meglio, quelli in cui gli interpreti si lasciano andare completamente ai personaggi sopra le righe: la "serata brava" di Watson, il ballo al campo degli zingari, il matrimonio in hangover.

Eppure, se non fosse stato per Moriarty e per l'ultima mezz'ora di svolgimento, il film per me sarebbe comunque naufragato. Invece, proprio nell'ultimo atto si ritrova un'integrità e una freschezza d'idee prima neanche lontanamente sfiorate, che catturano davvero. Una partita a scacchi che vale mille sparatorie al rallentatore, e che permette all'antagonista di esprimersi appieno, un Jared Harris che dimostra di meritare molto di più di Fringe. Un recupero in corner niente male, che da solo vale il biglietto e che mi porta a desiderare un seguito, magari più bilanciato e meno disperatamente legato all'azione, soprattutto quando non supportata a dovere dalla trama.

6 commenti:

  1. Oh, ecco. A me è piaciuto anche di più, ma insomma, comunque mi fa piacere non essere l'unico scemo a cui è sembrato migliore del primo. :D

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    1. Non ho letto molto di quello che si dice in giro. E' stato così affondato dalla critica?
      Mi sembrava che a livello d'incassi stesse andando alla grande...!

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  2. Non saprei, l'unico critico che leggo più o meno regolarmente (Ebert) in realtà è d'accordo con me. :D

    Però sì, ho l'impressione che alla gggente sia piaciuto meno del primo.

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  3. A tutti è piaciuto meno del primo. Ma anche io sto con te e il Maderna.
    Condivido il commento sull'incipit, davvero troppo fulmineo. Però da quando riprendono a fare a schiaffi per la seconda volta, secondo me il film ingrana ed ha pochi cali. Il finale eccellente.
    Noomi Rapace non pervenuta, peccato perchè il cast spaccava.

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    1. Cast ottimo stavolta, Stephen Fry mi ha fatto pisciare dalle risate.
      Rapace è inutile in una maniera davvero singolare, un po' per motivi di script, un po' perchè è un bel cane a recitare. Incredibile come vicino a Nyquist (il Blomquist di Uomini che Odiano le donne made in svezia) sembrasse anche brava, ma del resto lui è davvero improponibile.

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    2. In realtà vedo in giro sempre più gente a cui è piaciuto più questo del primo. Si vede che prima avevo ascoltato la gente sbagliata.

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