sabato 4 settembre 2010

Kraken - Recensione

Se siete fan di Mièville, se avete amato la trilogia di New Crobuzon, senza dubbio avete aspettato Kraken almeno quanto me. La sorpresa è che il nuovo libro dell'eclettico scrittore inglese si discosta in parte dal weird fantasy che l'ha portato alla ribalta, configurandosi più che altro come un complicato ed a tratti spassoso divertissemènt.
Nelle oltre 500 pagine del manoscritto Mièville condensa il suo esasperato visionarismo, la sua grande cultura (che dimostra di saper spaziare dal classico, alla pop culture, sino a scivolare nel nerdismo), un po' di inatteso humour ed uno sfrenato amore per Londra, teatro della vicenda e vera protagonista della storia. La capitale inglese dei giorni nostri ritrova tra le pagine di Kraken un fascino ottocentesco, dove società segrete e culti misteriosi si muovono in un sottosuolo pericoloso ed affascinante. A rendere questo sfondo ancor più bello da scoprire è la totale ignoranza in cui vive il protagonista Billy, curatore del Museo di Storia Naturale di Londra e responsabile della sua principale attrazione, un calamaro gigante sotto vetro che attira ogni giorno decine di curiosi ed esperti. L'improvvisa scomparsa del prezioso reperto costringe il giovane ed ignaro Billy ad affacciarsi al mondo sotterraneo dei cultisti, apparentemente responsabili del "rapimento", immediatamente ribattezzato squidnap. Suo malgrado, il protagonista scopre che Londra è in mano a forze al di là della sua comprensione e la stessa esistenza dell'universo giace in bilico tra le ire di dèi e sudditi capricciosi ed avidi di potere, in possesso di forze magiche incomprensibili e capaci di sconvolgere il tessuto stesso della realtà. Braccato da un'unità speciale della polizia dedita al controllo dei culti, aiutato da una delle guardie del museo che si rivela essere ben più di un semplice buttafuori, Billy è costretto ad imparare in fretta le regole della nuova Londra e ad affrontare uno scontro all'ultimo sangue per il destino della città, e non solo. Il viaggio nelle viscere di Londra è costellato di personaggi affascinanti, da Goss e Subby, due bizzarri killer, a Collingswod, la sboccata detective che si occupa della vicenda, passando per Wati, una semidivinità che si manifesta incarnandosi in qualunque oggetto antropomorfo, fino al Tatuaggio, genio criminale letteralmente "disegnato" sulla schiena di un giovane punk londinese. Le premesse per un grande freak show alla Mièville ci sono tutte, nondimeno l'opera si discosta abbondantemente dalle atmosfere della trilogia di New Crobuzon: l'inedito umorismo, le cross-reference tra le fonti e la metanarrativa caratterizzano Kraken come un'opera di puro intrattenimento, spoglia della critica sociale e delle metafore che rendevano i precedenti romanzi decisamente più pregni di significato. Gli stessi personaggi appaiono perlopiù poco approfonditi, con l'eccezione del protagonista, unico al quale venga dedicata un po' di introspezione. Le pagine scorrono tutto sommato veloci, forse leggermente appesantite da una parte centrale non sempre scorrevole, giungendo ad un epilogo  prevedibile ed avido di colpi di scena. Kraken mi è piaciuto? Sì, nondimeno mi aspettavo qualcosa di molto diverso. Del resto, il bello di Mièville è anche la capacità di reinventarsi, di cambiare registro linguistico e temi, di sorprendere il lettore ad ogni nuova uscita. Consigliato ai fan dello scrittore, mentre ai nuovi arrivati suggerisco di cominciare dalla trilogia di New Crobuzon e lasciare per ultimo questo Kraken, indubbiamente piacevole ma, a mio onesto parere, sottotono rispetto alle potenzialità dell'autore.

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