Nonostante il suo interesse per il cinema a 360 gradi e gli apprezzabili interessi politici ed umanitari, non ho mai avuto grande interesse per la figura di Ben Affleck. Dopotutto, per quanto cerchi evidentemente di approcciare Hollywood slegandosi dallo star system, si tratta pur sempre di un attore, e non posso dire di averne mai apprezzato nè le pellicole, nè tantomeno le perfomance.
The Town mi ha comunque attirato grazie all’ottimo trailer, che con quella provocatoria immagine della suora armata di fucile era innegabilmente capace di accendere la curiosità, e per fortuna. Perchè dietro alla promozione ben fatta c’è un film godibilissimo, ben sceneggiato e girato con mano ferma, in grado di inchiodarti alla poltrona per tutto lo svolgimento.
I meriti sono diversi: alla già citata regia capace si affianca un’evidente abilità nel creare e gradualmente accrescere una tensione narrativa palpabile, che non si limita alle sole scene d’azione (peraltro efficaci), estendendosi anche a diverse sequenze dialogiche ben orchestrate.
Ci sono poi i personaggi credibili, che al discreto Affleck vedono affiancarsi gli ottimi Jon Hamm e Jeremy Renner, rispettivamente nei panni del disilluso detective da strada e del pazzo pericoloso di turno. Non si può parlare di un vero approfondimento di queste figure, anche se alcune sequenze riescono a scavare un po’ più dello stretto necessario nella loro psicologia, con risvolti interessanti. Apprezzabile anche Rebecca Hall, molto acqua e sapone, capace di trasmettere allo stesso tempo grande fragilità e determinazione.
Sullo sfondo c'è una Boston diversa da come l'avevo vista, lontana dalle curate zone del centro, calata nella depressione dei bassifondi. Tra qualche sparatoria, diversi inseguimenti piacevoli e molti dialoghi (chi si aspetta un puro action movie rimarrà deluso, meglio classificarlo come dramma) i minuti scorrono veloci, e portano alla parte più debole della formula: un finale un po’ banale e discutibile, spiacevole proprio per la validità delle premesse.
D’altro canto, The Town merita comunque la visione grazie alle sue inegabili qualità: riesce a sottrarsi alla legge del gangster movie hollywoodiano medio grazie a temi più maturi, non si perde nella solita morale scontata e riesce a non pesare nonostante la durata sopra la media.
I meriti sono diversi: alla già citata regia capace si affianca un’evidente abilità nel creare e gradualmente accrescere una tensione narrativa palpabile, che non si limita alle sole scene d’azione (peraltro efficaci), estendendosi anche a diverse sequenze dialogiche ben orchestrate.
Ci sono poi i personaggi credibili, che al discreto Affleck vedono affiancarsi gli ottimi Jon Hamm e Jeremy Renner, rispettivamente nei panni del disilluso detective da strada e del pazzo pericoloso di turno. Non si può parlare di un vero approfondimento di queste figure, anche se alcune sequenze riescono a scavare un po’ più dello stretto necessario nella loro psicologia, con risvolti interessanti. Apprezzabile anche Rebecca Hall, molto acqua e sapone, capace di trasmettere allo stesso tempo grande fragilità e determinazione.
Sullo sfondo c'è una Boston diversa da come l'avevo vista, lontana dalle curate zone del centro, calata nella depressione dei bassifondi. Tra qualche sparatoria, diversi inseguimenti piacevoli e molti dialoghi (chi si aspetta un puro action movie rimarrà deluso, meglio classificarlo come dramma) i minuti scorrono veloci, e portano alla parte più debole della formula: un finale un po’ banale e discutibile, spiacevole proprio per la validità delle premesse.
D’altro canto, The Town merita comunque la visione grazie alle sue inegabili qualità: riesce a sottrarsi alla legge del gangster movie hollywoodiano medio grazie a temi più maturi, non si perde nella solita morale scontata e riesce a non pesare nonostante la durata sopra la media.
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